Accanto
mi stavi seduta
nei
giorni d'estate.
Accanto
mi stavi sdraiata
sull'umida
rena.
Ed
io dall'opra distratto
e
da ameni pensieri
di te la presenza ignoravo.
Ma
vennero i giorni d'autunno
e
a un tratto t'ho vista.
Avvolta in lugubre manto
impaziente
attendevi.
Smarrito
mi volsi d'attorno
cercando
che amica
una valida mano giungesse
a
darmi conforto.
A
dirmi che ancora il tuo tempo
non
era venuto,
che
attendere ancora potevo.
E
apparve di verde vestito
color
di speranza
un
angelo amico al mio fianco,
stendendo
le ali
lesto
al tuo guardo mi ascose
e
pia porgendo la mano
in
porto sicuro mi volse.
E or
tornano i giorni sereni
e
gli usati lavori.
Alfine
son libero ancora
agli
ameni pensieri.
è molto toccante.
RispondiEliminaSei stato più che bravo a raccontare in maniera poetica quello che poi è la vita.
Gli angeli alle volte esistono, sotto le spoglie (a loro insaputa) più strane.
Gabriele
Sono contento che ti sia piaciuta
EliminaAttingo ad Aristotele che scrisse:
RispondiElimina" Ufficio del poeta non è descriver cose realmente accadute, bensì quali possono accadere […]
Se poi capiti a un poeta di poetare su fatti realmente accaduti, costui non sarà meno poeta per questo".
La metafora, si sa, è una forma privilegiata usata dai poeti che nel mentre dicono, alludono ad altro provocando "meraviglia per le cose lontane".
"Ed è appunto sotto questo aspetto che colui che [le] prende a trattare non è il loro storico, ma il loro poeta. […] Il primo espone il particolare, l'altro l'universale."
Vedo che sei in perfetta forma. Complimenti all'uomo ed al poeta che sei.
Franco
Grazie, Franco per l'erudito commento.
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