martedì 25 giugno 2013

Barabba e Silvio

E così, Berlusconi è stato condannato. Forse la sentenza è stata eccessiva, ma non sta a me giudicare: ho seguito i fatti solo superficialmente attraverso gli articoli giornalistici di varie tendenze e qualche talk show. Se un collegio giudicante, dopo due anni di udienze, ha ritenuto che ci fossero gli estremi per una condanna, probabilmente è giusto così.
Certo, nel passato vi sono stati casi di processi sbagliati con condanne ingiuste, ma siamo comunque al primo grado di giudizio. C'è ancora tempo per eventuali correzioni.
Quello che mi lascia perplesso, invece, è il ricorrente appellarsi dei supporter del Cavaliere al consenso elettorale dello stesso, come se il voto fosse strumento per cancellare i reati.
Per me i reati sono e restano reati, indipendentemente da chi li commette. E la Giustizia ha il dovere di giudicare e condannare indipendentemente dalla posizione istituzionale, sociale o economica del colpevole.
La grande massa degli elettori vota spesso per simpatia (e Silvio sa certamente suscitare simpatia), per interesse (e Silvio prima di ogni elezione promette a larghe mani abolizione di tasse che poi non riesce a mantenere o - vedi ICI - creano situazioni finanziarie critiche per i conti dello Stato). Delle vicende giudiziarie   conoscono ciò che scrivono i giornali o sentono alla televisione e quasi sempre leggono (quando leggono) un solo giornale e guardano un solo canale televisivo. Molti poi non leggono e non si informano per nulla.
E a proposito di giudizio popolare mi torna alla mente un fatto vecchio di duemila anni quando il popolo condannò un innocente e votò per la liberazione di un certo Barabba...
Senza voler creare analogie tra i due personaggi, naturalmente.

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